Tosca – opera lirica itinerante

30 maggio 2024 – ore 20 – Cento (FE)

Basilica Collegiata di San Biagio
Monumento ai Caduti
Rocca di Cento

Tosca

di Giacomo Puccini
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

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Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna
maestra del coro Alhambra Superchi

Coro lirico sinfonico di Parma e dell’Emilia Romagna COLSPER
maestro del coro Andrea Bianchi

Orchestra Città di Ferrara
direttore Aldo Salvagno
regia Giorgio Zecchi
scene Alessandro Ramin
costumi Firenze all’Opera
light designer Luca Leprotti

personaggi ed interpreti

Floria Tosca, celebre cantante
Rosanna Lo Greco

Mario Cavaradossi, pittore
Vicent Romero

Il barone Vitellio Scarpia, capo della polizia
Alberto Bianchi Lanzoni

Cesare Angelotti
Davide Sodini

Il Sagrestano
Francesco Facini

Spoletta, agente di polizia
Fabiano Naldini

Sciarrone, gendarme/Un carceriere
Michele Sitta

Un pastore (voce bianca)
Camilla Baravelli Sabena

TOSCA NEI LUOGHI STORICI DI CENTO
La vicenda originale di Floria Tosca è ambientata in Roma e si sviluppa su tre luoghi in particolare, la Chiesa di Sant’Andrea della Valle per il primo atto, Palazzo Farnese per il secondo e Castel Sant’Angelo per il terzo atto. Tale ambientazione non esclude rivisitazioni, trasposizioni temporali e di luogo, anche se il testo è particolarmente legato a Roma ed alle vicende storiche dell’anno 1800. Il progetto della Fondazione Teatro Borgatti vuole inserirsi nel panorama di queste rivisitazioni, anche se in maniera assolutamente aderente all’originale e al solo scopo di sottolineare la forza di questa pagina operistica mantenendo inalterati i rapporti temporali contenuti nella vicenda.
L’idea è quella di eseguire l’opera in tre luoghi storici di Cento, la Basilica di San Biagio, il Monumento ai Caduti e la Rocca di Cento, sfruttando la conformazione naturale di ogni luogo, senza l’utilizzo di scenografie ma valorizzando appunto la cornice naturale.

La Basilica di San Biagio in Cento, di stile barocco con riminiscenze rinascimentali e ricca di opere d’arte, è la Chiesa principale della città, in cui sarà eseguito il primo atto dell’opera. La vicenda inizia con il pittore Mario Cavaradossi impegnato a dipingere una Maddalena nell’altare maggiore mentre in una cappella laterale si nasconde il rivoluzionario Angelotti, appena fuggito dalle prigioni di stato, che Cavaradossi aiuterà a fuggire. In questo caso, vedremo Mario Cavaradossi dipingere una Maddalena molto conosciuta ai Centesi, la Maddalena di Cesare Gennari (naturalmente a scopo scenografico verrà utilizzata una copia), unico elemento di scena aggiuntivo. Per il resto, la cornice originale della Chiesa sarà la perfetta ambientazione del primo atto, che termina con l’imponente Te Deum in cui coro e solisti si uniscono in una grande e sonora processione di ringraziamento. Saranno anche utilizzati paramenti sacri ottocenteschi conservati presso l’archivio della Chiesa di San Biagio. Cantanti solisti e coro agiranno sul presbiterio, mentre l’orchestra suonerà alle spalle del pubblico, che assisterà al primo atto sedendo nella navata centrale.

Il secondo atto si svolgerà presso il Monumento ai Caduti, struttura a tre archi con quattro colonne doriche, che fu costruito su progetto dell’architetto Gian Francesco Costa (Cento 1892 – Cento 1933) per onorare i Caduti e inaugurato nel 1931. La struttura, che ricorda evidentemente un arco di trionfo, richiamando alla mente i fasti della Roma imperiale, come da protocollo propagandistico dell’Italia fascista, ben si presta a ricreare il potere temporale dello stato Pontificio e soprattutto a rappresentare lo strapotere e la prepotenza dei suoi funzionari, in particolar modo quelli del capo della polizia di stato Vitellio Scarpia. Il monumento, infatti, in questo secondo atto di Tosca, diverrà il suo studio, luogo in cui il rivoluzionario Cavaradossi viene interrogato e torturato. Questo luogo, di straordinaria bellezza e sobrietà, raramente è stato utilizzato a scopo spettacolare e questo progetto vorrebbe rivalutarne il valore artistico e storico.
Nel secondo atto, durante l’interrogatorio, si sentono in lontananza il coro e Tosca che eseguono una cantata: essa verrà eseguita dall’interno della Pinacoteca Civica, un effetto “surround” naturale atto a creare quella tridimensionalità, prevista da Puccini, che porta lo spettatore, attraverso l’orecchio, ad immaginare visivamente qualcosa che in realtà non sta accadendo in scena.

Il terzo atto, ambientato in una prigione, non potrebbe che svolgersi alla Rocca di Cento. Pur essendo un luogo che da anni ospita spettacoli, per questo progetto la Rocca sarà utilizzata in una nuova veste, in maniera innovativa. Non sarà, infatti, utilizzato il fronte dell’edificio storico, utilizzato tradizionalmente per qualsiasi tipo di spettacolo, ma il luogo in cui si svolgeranno le ultime azioni dei protagonisti Tosca e Mario Cavaradossi sarà ricostruito nel lato della Rocca rivolto alle scuole Pascoli. La scelta di questo nuovo punto di vista viene da due fattori fondamentali; in primo luogo l’acustica più raccolta del lato Ovest della Rocca permette di suonare e cantare senza l’utilizzo di amplificazione, offrendo quindi al pubblico una sonorità più naturale possibile; in secondo luogo questo lato della Rocca è la perfetta cornice scenografica per un’ambientazione che richiami la prigione.
A campeggiare sugli accadimenti del terzo atto sarà una grande ala, progettata e costruita dallo scenografo della Fondazione Teatro Borgatti Alessandro Ramin. L’ala certamente è una citazione dell’Arcangelo Michele di Castel Sant’Angelo, luogo in cui si svolge realmente il terzo atto di Tosca, ma è ancor di più un rimando alla centesità, a quel san Michele, co-patrono di Cento, che durante un assedio incita i Centesi a resistere, aiutandoli a sconfiggere le truppe di Luigi Dal Verme e a riconquistare la libertà. Questa vicenda, risalente al 1440 e ricordato come “Pasqua rosata” poichè avvenuto nel giorno di Pentecoste di quell’anno, la si trova raffigurata nella pala d’altare della Collegiata di San Biagio. Ecco che attraverso questa grande ala si viene a creare una circolarità di simboli legati alla “salvezza” ed alla “centesità” che ritroveremo dal primo al terzo atto.

UN PROGETTO AMBIZIOSO E ORIGINALE
Il progetto è sicuramente ambizioso, sia per l’originalità, sia per il nutrito impiego di personale tecnico e artistico.
La novità di questa esecuzione itinerante non sta tanto nell’individuare tre luoghi diversi che rispondano all’idea originaria, quanto nel fatto che il pubblico seguirà le tre diverse tappe, spostandosi a piedi tra un luogo e l’altro accompagnato da una guida. Sui tre diversi luoghi, lo spettatore troverà la propria poltrona e tra un atto e l’altro avrà la possibilità di passeggiare per il centro di Cento e magari di fermarsi a sorseggiare un caffè (tra i vari atti verrà lasciato il tempo utile per gli spostamenti e per eventuali consumazioni nei bar del centro).

Non verranno allestiti veri e propri palcoscenici, che troppo spesso divengono impattanti e risultano quasi più in primo piano rispetto a ciò che vi avviene sopra, ma saranno utilizzate pedane perfettamente integrate agli edifici, in modo che lo spettatore venga immerso in un’ambientazione quasi “da film” che non lasci intravvedere le strutture vere e proprie, ma che metta in luce solamente i luoghi e le azioni dei protagonisti.

I sontuosi costumi ottocenteschi saranno funzionali a creare quel legame fondamentale tra i personaggi ed i luoghi in cui agiscono. In particolare, il personaggio della protagonista, Tosca, sarà ancor più messo in risalto attraverso la ricchezza e l’eleganza dei suoi costumi, che cambieranno ad ogni atto.

Ad accompagnare l’azione sarà l’Orchestra Città di Ferrara, composta di cinquanta elementi, per la quale occorrerà creare una “buca d’orchestra” in ognuno dei tre luoghi, con un dispiego quindi di attrezzature e di mezzi veloci ed efficaci che possano, durante gli intervalli, trasportare e predisporre il tutto nel luogo successivo (luci, leggii, sedie, ecc..)
Il coro per il Te Deum del primo atto e per la cantata fuori scena del secondo sarà il COLSPER – Coro lirico sinfonico di Parma e dell’Emilia Romagna – una nuova realtà di giovani professionisti che sta riscuotendo notevole successo nei teatri italiani ed esteri, regolarmente presente, ad esempio, nella stagione lirica del Teatro di Montecarlo o al festival estivo “Musiques en fête” presso il teatro romano di Orange in Francia.
La regia sarà affidata a Giorgio Zecchi, che, da coreografo di grande esperienza, per la prima volta si avvicinerà con grande fermento ed entusiasmo alla regia di un’opera lirica.
Tutti questi aspetti, i trasporti, gli apparati illuminotecnici, le tre diverse platee, le buche d’orchestra, comportano un notevole impiego di mezzi e di personale artistico, tecnico e amministrativo. Una vera sfida che la Fondazione Teatro “G. Borgatti” è pronta ad affrontare poichè ritiene di fondamentale importanza per un’offerta culturale di sempre maggior livello qualitativo e per rivitalizzare il centro storico di Cento in maniera intelligente, valorizzando in modo originale le ricchezze artistiche del territorio.